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Trattamento dei disordini temporomandibolari

Disordini temporomandibolari: cosa sono, trattamenti

I disordini temporo-mandibolari sono molto diffusi nella popolazione  adulta (circa il 15 % ne soffre),  ma sono presenti anche in soggetti molto giovani, aumentano con l’età per diminuire dopo i 50 anni. La prevalenza maggiore si ha nella popolazione di età compresa tra i 20 e i 40 anni, con maggior frequenza nelle donne in età fertile.

Disordini temporomandibolari: sintomi

I DTM sono  una patologia caratterizzata da numerosi fattori di rischio ed eziologici che si ricombinano sino a superare la capacità di adattamento del soggetto, scatenando quindi la sintomatologia disfunzionale.

I sintomi più frequenti sono rappresentati da:

  • Rumore a carico dell’articolazione quando si apre o chiude la bocca ( click, scrosci, rumori tipo sabbia)
  • Dolore articolare sia a riposo che durante l’utilizzo dell’articolazione ( mangiando o parlando)
  • Limitazioni funzionali , difficoltà o impossibilità ad eseguire certi movimenti

A questa triade classica si possono associare altri sintomi quali:

  • Affaticamento durante la masticazione, lo sbadiglio o nell’aprire la bocca
  • Limitazione o rigidità nell’apertura della bocca ( blocchi articolari)
  • Mal di testa ( cefalee tensive e muscolo tensive)
  • Sensazione  di rigidità al viso
  • Tensione che si irradia dal collo sino al capo con difficoltà di movimento
  • Dolore all’orecchio che a volte si irradia al viso
  • Acufeni ( fischi nelle orecchie)
  • Vertigini
  • Dolore all’articolazione temporo-mandibolare nell’appoggiare la testa al cuscino

Disordini temporomandibolari: cause

Molteplici possono essere le cause dei disturbi che si manifestano a carico dell’articolazione temporo-mandibolare. Tra queste:

  • Digrignamento o serramento dei denti ( bruxismo)
  • Traumi diretti sull’articolazione
  • Colpo di frusta
  • Disturbi infiammatori: artrosi, artriti
  • Problemi di occlusione
  • Situazioni fisiche e mentali molto stressanti
  • Una combinazione dei fattori sopra indicati

Se ad un certo punto intervengono uno o più fattori che alterano la funzione dell’apparato e se tali fattori permangono per un certo periodo di tempo, tale che venga superata la capacità di adattamento del sistema stesso, si arriva alla disfunzione.

Questa può interessare i muscoli, le articolazioni od entrambe le strutture.

A questo punto insorgono i segni (ciò che viene rilevato dall’operatore, ad es. limitazione dell’apertura della bocca) e i sintomi (ciò che soggettivamente viene percepito dal paziente, ad es. dolore).

Quando il paziente si rivolge allo specialista è importante fare subito una diagnosi corretta riconoscendo una DTM.

Disordini temporomandibolari: trattamento

Il moderno approccio ai disordini temporomandibolari richiede la collaborazione tra un odontoiatra che sappia gestire questo tipo di problematiche ed un team multiprofessionale (osteopata, fisioterapista, psicologo…).

Ad oggi la terapia medica dei DTM si avvale della combinazione di diversi approcci:

  • Terapia con placche occlusali (di pertinenza odontoiatrica)
  • Sedute di terapia manuale (non solamente del distretto orofacciale, ma che vada a valutare altri distretti quali tratto cervicale, colonna in toto, bacino…)
  • Osteopatia
  • Terapie farmacologiche (ansiolitici, miorilassanti, antinfiammatori, antidepressivi)
  • Rieducazione comportamentale e supporto psicoterapeutico per la gestione dello stress.

La letteratura internazionale concorda sul fatto che  procedure fisioterapiche con tecniche di terapia manuale (articolari e/o miofasciali), biofeedback, esercizi attivi e passivi (mobilizzazione articolare e /o allungamento muscolare per intervenire sulla forza muscolare, la coordinazione, il rilassamento ed il range di movimento) per la zona cranio- cervico-mandibolare, hanno dimostrato utilità clinica nella risoluzione della sintomatologia. A ciò si associa un valido lavoro osteopatico condotto con tecniche ad energia muscolare, BLT, cranio-sacrale, biodinamica, fasciale…che prendono in considerazione il paziente e le sue disfunzioni nella sua totalità.

Un recente studio condotto su pazienti affetti da cefalea cronica e disordini temporomandibolari  dimostra miglioramento del dolore craniofacciale, diminuzione dell’intensità del dolore percepito e  diminuzione dell’impatto della cefalea sulle attività della vita quotidiana ed abilità sia in soggetti  trattati solo a livello cervicale che in pazienti trattati sia a livello cervicale che a livello della regione orofacciale. In questo secondo gruppo però i risultati appaiono nettamente superiori (differenze statisticamente significative rispetto al primo gruppo ) e si osserva inoltre un miglioramento (innalzamento) anche della soglia di dolore causato dalla pressione a livello dei muscoli masticatori (masseteri e temporali), e in regioni extratrigeminali (il nervo trigemino è un nervo cranico sensitivo e motorio che innerva la regione del viso, muscoli masticatori compresi), così come un’ aumento dell’apertura massima della bocca senza dolore, nonché della velocità di apertura della bocca.

Ciò dimostra l’importanza e l’efficacia di un trattamento complesso, che prenda in considerazione più regioni corporee, al fine di ottimizzare i risultati anche in distretti “lontani” da quelli in cui il paziente riporta  il disturbo.

Il trattamento manipolativo osteopatico, rispetto al trattamento convenzionale, riduce inoltre sensibilmente nei pazienti l’utilizzo di farmaci.

Al trattamento  odontoiatrico, fisioterapico ed osteopatico si associano sempre raccomandazioni sullo stile di vita, sull’abbandono di abitudini viziate, gestione dello stress e  semplici esercizi da eseguire a casa che coinvolgano non solo la bocca ma anche il tratto cervicale, spalle e colonna vertebrale.

Tale approccio conservativo  a 360 ° rappresenta sicuramente la prima scelta terapeutica nella terapia dei disordini temporomandibolari per il basso rischio di effetti collaterali.

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